Pittore Enzo Cescon
il Pittore Enzo Cescon è nato a Torino nel 1941.
Nell'opuscolo di presentazione alla mosta personale presso che inaugurò l'attività della Galleria CIDA nel 1973, Giuseppe Tontodonati scrive di lui:
"La valutazione di un quadro non è dovuta a tutti quegli elementi pittorici che l'artista adopera per la sua composizione, bensì da quanti di essi siano stati assorbiti e tradotti in immagine. Sensibile alle più vive esperienze moderne, Cescon va elaborando una pittura piena di vigore e animata da un respiro innovatore per dar luogo alla invenzione memorica, pur rimanendo nell'ambito di una visione d'impressionismo intimistico.
L'impressione figurale esce così da una struttura quasi austera, affidata alle regole del più contenute equilibrio, nella coordinazione fluida dello stile. Tuttavia l'impressione è veramente raggiunta nel quadro velico della montagna, ricco di genuine doti pittoriche nel martellato ritmo di composiizone di massa, dove "ancora per poco rimarrà l'innocenza di questo canto".
Continuatrice dell'antico tonalismo veneziano, la pittura di Cescon è essenziale, spoglia, di una figurabilità esasperata, sostanziata da forti colori e raggiunge spesso felicemente impressioni di taciturna malinconia, trasfigurata in estasi di luce. La razionalità semantica di un linguaggio più vivo, di un'emozione sincera che lo porti al di fuori del nostro tempo, si concreta in Cescon in quella continua, affannosa ricerca che approda alle impressioni artisticamente più valide.
In due delle sue ultime esperienze pittoriche, il Cescon pare voglia castigarsi, umiliano la sua personalità tradizionalmente madida di colore, per approdare ad un chiarismo graffiante e vigoroso riportando la linea alla sintesi soggettiva. Si avverte l'atmosfera pulita di un paesaggio drammatico, ripulito dalle scorie della materia, ridonato alla luce dei propri elementi portanti che sono chiari ed essenziali. Il pittore con questa operazione, ha tolto alla tela i fumi e gli umori epidermici della sua tavolozza per trarre in primo piano le nervature prosciugate dell'immagine.
I principi di Cescon, come i principi di qualsiasi altro artista, pertanto rimangono essenziali ai fini della sua arte. Per noi rimane il convincimento di una poetica che affonda le sue radici nel tromentato sentimento dell'Essere."
Giuseppe Tontodonati (Bologna, 13 settembre 1973)