Ottaviano Giannangeli
(Raiano 20/06/1923 - 17/12/2017) Docente universitario, poeta, critico letterario, studioso di abbruzzesistica, è tra le figure più rappresentative della cultura abruzzese dagli anni settanta in poi. Fu tra i primi a recensire Tontodonati e su lui ha scritto molto. Partendo da posizioni "critiche costruttive", (come è scritto nelle sue recensioni) in realtà ammirava molto "Peppino" Tontodonati con cui c'era un legame di amicizia e stima reciproca.
- Il soldalizio poetico-musicale Tontodonati - Di Pasquale
Tratto dal volume di Ottaviano Giannangeli: Scrittura e radici: saggi, 1969-2000 - Pagina 423 - Giuseppe Tontodonati (Scafa 1917 - Bologna 1989 ) , in una vita alquanto avventurosa con un apprendistato giovanile nella pittura, che riemergerà, se non come vocazione , come indirizzo professionale nel 1970 , con la presidenza, in Bologna , del Centro Internazionale delle Arti , nasce tardi alla poesia dialettale ( Storie paesane , Bologna , 1968 , cui seguirà Dommusé , Lanciano, 1974 ) . Si tratta di sonetti riuniti in cicli, in cui sembrano esplodere all’improvviso, nel ritessere che fa l'autore le antiche " storie " del suo paese e di quelli contermini, tra la media Val Pescara e la Maiella, più che una ispirazione, nel senso lato e vulgato del termine, una rabbia consegnata al vernacolo e una cupido narrandi che abbiano covato a lungo nel cuore . Baluginano qua e là ricordi affettivi nei libri che continueranno ad uscire, a scadenze febbricitanti. Tutti saranno riuniti in una ponderosa raccolta quasi alla vigilia della morte: Canzoniere d'Abruzzo (sonetti ed altre rime), Pescara, 1986. La sua poesia è variamente giudicata. Chi parla fu tra i primi a rallegrarsi al “ caso ” delle Storie paesane , come di qualcosa che portasse nuova linfa al nostro idioma che portasse nuova linfa al nostro idioma , che appare il più delle volte dissanguato nei contemporanei , e facesse “ intravedere scorci e lampeggiamenti , invenzioni ed estrosità di una poesia nuova e inedita per l'Abruzzo ", per cui si sarebbe pensato "a un Pulci o a un Rabelais abruzzesamente glossati " , specialmente nel taglio dei personaggi e nel loro vivere sulla scena ; ma non si poteva non accennare a un monstrum linguistico , nell'impasto tra dialetto e italiano colto o convenzionale , borghese . Si rimanda per recensioni e giudizi all'appendice critica del Canzoniere. Esposito ha curato anche le Poesie inedite di Giuseppe Tontodonati (Regione Abruzzo, 1993), italiane e dialettali. L'amicizia con Peppino Tontodonati resta intera, ed ora il rimpianto forte, anche se alla pagina110 di queste Poesie inedite vediamo, in dialetto, definita “canaglia” la giuria del Premio Nazionale “Lanciano” di Poesia Dialettale, dove egli non ebbe la soddisfazione di ascoltare (era presente) il proprio nome tra i premiati o segnalati: i versi che rievocano l'episodio sono in chiave con la sua personalità autentica, non ipocrita, e appassionata. Anche noi, evidentemente eravamo giudici anemici che non osano infrangere parametri tradizionali. -