Giornata della Memoria
27 gennaio - Giornata della Memoria
Il 27 gennaio del 1945 le forze Alleate liberavano il campo di sterminio di Auschwitz . La Repubblica Italiana ha fissato quel giorno come "il Giorno della Memoria". Giuseppe Tontodonati (1917-1989),considerato dagli addetti ai lavori tra le figure principali della poesia dialettale abruzzese del secondo novecento, nativo di Scafa (PE), quei drammatici momenti li ha vissuti in prima persona e ne ha lascito traccia in alcune poesie, tuttora inedite, scritte proprio in quegli anni, in quei luoghi e quindi con la forza della testimonianza diretta. Tontodonati viene chiamato nel 1938 ad assolvere gli obblighi di leva nel 14° Reggimento Fanteria Pinerolo di stanza a Chieti. Appena il tempo di congedarsi quando nel ’40 per lui, come per centinaia di migliaia di persone, scatta il richiamo alle armi; la Germania aveva invaso la Polonia ed era entrata a Parigi. Nel 1940 l’Italia entra in guerra a fianco della Germania. Nell’autunno di quell’anno Tontodonati viene inviato sul fronte Greco-Albanese. In quegli anni il "poeta carrista", come veniva soprannominato in quanto a capo di un carro armato, poco più che ventenne, strinse amicizia con il giovane giornalista italiano Giorgio Vecchietti e alcuni suoi componimenti finirono sui giornali della IV Armata, della Divisione Ariete e sulla stampa nazionale. L’8 Settembre del ’43 il giorno dell’armistizio, rifiutatosi di collaborare coi nazisti e di aderire alla Repubblica Sociale (RSI) il Sergente Maggiore Giuseppe Tontodonati viene fatto prigioniero a Volos (Grecia) e deportato in Germania nel lager 4/B di Torgau, nel Wittemberg , un durissimo campo di concentramento nella Germania del nord. Classificato come Internato Militare Italiano (IMI) e non come Prigioniero di Guerra, lavorerà duramente in condizioni disumane, sia a Torgau che nella cittadina di Piesteriz, fino alla liberazione da parte delle truppe Alleate avvenuta nella primavera del ’45. Parlando di quegli anni raccontava di come, soprattutto per lui ma non solo, durante quella terribile esperienza la poesia, unita alla fede ed alla voglia di vivere, sia stata qualcosa di più di una
semplice valvola di sfogo. “Peppì dicci una poesia” gli chiedevano a volte le persone che con lui condividevano la camerata e il sentire quei versi carichi di nostalgia, di sofferenza, ma anche di speranza e di orgoglio, era per tutti loro un modo per sentirsi liberi anche solo per un momento. Stremato, con il corpo piagato ridotto quasi ad uno scheletro, Tontodonati riuscì a tornare nel suo Abruzzo, nella sua Pescara nel Dicembre del 1945 dopo oltre cinque anni dalla sua partenza.
Già insignito dal Ministero della Difesa nel 1954 della "Croce al Merito di Guerra per Internamento in Germania" e del " Distintivo d'Onore per i Patrioti volontari della Libertà" (nel 1980), recentemente, nel 2008 Tontodonati è stato insignito alla memoria, della "Medaglia d’Onore della Repubblica Italiana", dedicata ai deportati e agli internati militari nei Lager nazisti (DPR 18/04/08).
Tra tutte le poesie scritte dal poeta, allora un ragazzo di 27 anni, quella di seguito riportata è sicuramente una tra le più significative.
IL LAGER
Eran le sei del mattino, entrammo.
Tutti avviliti, deboli, assonnati,
fummo portati in campo e qui sostammo
per esser ciascun visitati.
Miserie umane...nel vedermi entrato
in quell’ammasso di baracche oscure,
cupo un dolor mi venne disperato
e ’l cuor tremò presagio di sventure.
E’ il lager questo campo delle pene,
ombre vi vedi di uomini già forti;
verran fratello anche per noi le iene
e ci berranno il sangue come morti.
Al cuor pensoso allor valse un ricordo,
che chiuse in petto il debole respiro;
qui l’odio umano si rivela sordo
e il tragico destin riprende il giro;
qui gli uomini, Signore, han privo il tutto,
senza più nome, di destin non vario,
ricordano quel ben che fu distrutto
e come 'l tuo rinnovano il calvario.
Giuseppe Tontodonati – Torgau – Lager 4/b - 1944
nota di Raffaello Tontodonati