Fondazione Pescarabruzzo
FONDAZIONE PESCARABRUZZO. PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI POESIE IN DIALETTO ABRUZZESE “RICURDE PESCARISE” - TUTTI I SONETTI IN VERNACOLO CHE IL POETA ABRUZZESE GIUSEPPE TONTODONATI (1917-1989) HA DEDICATO ALLA CITTA’ DI PESCARA
A Pescara, il 5 Febbraio scorso presso la Sala Convegni della Fondazione PescarAbruzzo è stata presentata la nuova edizione del volume di poesie “Recurde Pescarise” del poeta abruzzese Giuseppe Tontodonati (Scafa 1917- Bologna 1989). Il volume, edito da Menabò di Ortona, illustrato dalle bellissime incisioni del M° Mimmo Sarchiapone contiene i 65 sonetti in vernacolo, che il poeta abruzzese ha dedicato alla città di Pescara. Questa edizione, curata da Raffaello Tontodonati, figlio del poeta, è introdotto da un saggio di Daniela D’Alimonte, ed è completata da una testimonianza del M° Sarchiapone sulla Pescara del dopoguerra, sui suoi incontri con Tontodonati e sul “Cenacolo” di via Ponterosso a Pescara dove la prima moglie del poeta, la pittrice Isabella Ardente morta prematuramente, aveva il suo studio che era diventato il punto di ritrovo degli artisti e intellettuali di Pescara. Alla presentazione, oltre al Direttore della Fondazione il Prof. Nicola Mattoscio, è intervenuto anche il Prof Francesco Avolio dell’Istituto di Dialettologia dell’Università dell’Aquila.
Raffaello Tontodonati: I Recurde pescarise, che il poeta abruzzese Giuseppe Tontodonati (1917-1989) dedica “alla Città di Pescara”, sono un omaggio, una dichiarazione di affetto alla città dannunziana, a luoghi, avvenimenti e soprattutto a persone che meritano, secondo il poeta, di restare vivi nella memoria e nella storia della città. Un viaggio intimo condiviso con il lettore che rivive, anche grazie all’utilizzo del dialetto e alle immagini del M° Mimmo Sarchiapone, atmosfere e personaggi che hanno caratterizzato la Pescara della prima metà del ‘900 e oltre.
Daniela D’Alimonte: Recurde pescarise è un volume che nel suo insieme, è una “ricerca del tempo”. Un tempo perduto, inteso come tempo vissuto e quindi scomparso, ma che viene qui finalmente ritrovato. Una iniziativa pregevole per la cultura abruzzese e pescarese, da valorizzare sicuramente e pubblicizzare anche negli Istituti scolastici affinché i più giovani riscoprano il dialetto, le immagini e quindi la storia della propria città.
Nicola Mattoscio: I versi di Tontodonati e le splendide acqueforti di Mimmo Sarchiapone ci descrivono una città pullulante di arti, di mestieri, di sapori, di leggende tramandate di bocca in bocca da gente di quartiere che ancora si conosce per nome: in questo volume è racchiuso il segreto di qualcosa che tutti i pescaresi bisbigliano-, la ricchezza autentica di una Pescara, non solo e unicamente marinara, che purtroppo non c’è più.
Mimmo Sarchiapone: Tre sono stati gli incontri con Peppino Tontodonati. Una prima volta, avrò avuto otto – nove anni, mi trovai ad entrare nello studio della Pittrice Isabella Ardente e fui affascinato dal vedere tante persone parlare di letteratura e di arte. Nel dopoguerra ci incontrammo di nuovo e vedendomi appassionato d’arte, Peppino mi invitò a frequentare lo studio della moglie, e fu lì che mi appassionai alla pittura. Dopo di che le nostre vite si separarono. Il terzo incontro a distanza di oltre trent’anni fu a Bologna in modo del tutto casuale. Lui viveva lì da anni e io mi ero appena trasferito per motivi di lavoro. Ci incontrammo nella galleria d’arte CIDA da lui fondata. Fu un incontro commovente e pieno di gioia, e aver illustrato un volume con le sue poesie è oggi un motivo di grande soddisfazione.
Franceso Avolio: una delle principali qualità di Giuseppe Tontodonati, un poeta noto alla critica ma che con questa opera si presenta ad un pubblico più ampio, è che è riuscito ad usare un linguaggio di facile lettura e a tutti comprensibile.